INADEGUATA

Qualche anno fa mi definivo AVVELENATA. Forse, tutto sommato, era meglio, perchè racchiudeva un senso di forza, di vino, di tre del mattino, di voglia di visitare, ecografare, guarire. Ora, qualche anno, qualche lavoro e qualche figlio dopo, mi definirei più INADEGUATA.

INADEGUATA come padrona di cane, con poco tempo per portarla in giro, e scarsa capacità di gestire un’incontinenza e una cistite cronica, anche se con il biscottino riesco a farle prendere una compressa di antibiotico appetibile, che in realtà per lei appetibile proprio non è.

INADEGUATA coma figlia, perchè vorrei stare di più con mia mamma ad affrontare l’inaffrontabile che intravedo all’orizzonte, come nubi scure che si avvicinano da lontano, che forse ancora non vedi, ma percepisci bene l’aria fredda e il vento che già sopraggiungono.

INADEGUATA come medico, perchè vedo lentamente scivolare via una storia di reparti e di ospedali costruiti da altri in un glorioso passato; come se sentissi il Sistema Sanitario Nazionale gridare aiuto, chiedere di salvarlo e io, invece di tendergli la mano, la ritraggo e scappo.

INADEGUATA come madre, perchè il tempo è sempre poco, diviso per quattro poi è ancora meno, e allora corri di qua, ascolti di su, prendi in braccio uno ma poi lo devi cambiare con l’altro e allora ti senti in colpa perchè uno inizia a piangere, poi magari qulalche volta pure urli e quindi da indaguata passi proprio al livello madre di merda.

INADEGUATA come moglie perchè non sempre parlo, non sempre rispondo, non sempre ci sono; perchè il sonno a volte ha il sopravvento e non mi accorgo neppure di essermi addormentata

INADEGUATA come donna perchè sento che dovrei curarmi di più, ma il tempo va diviso tra priorità che non ho neanche capito quali siano, per cui divido il tempo un po’ ad cazzum e in questa corsa ad ostacoli considero spesso la tuta (se non addirittura il pigiama) come il vestiario più adatto

INADEGUATA come figlia (si, in effetti i genitori sono 2 quindi sono inadeguata più volte) perchè a volte mi sembra di non capire, di non aiutare, di non affrontare, di rimanere con il carattere schivo e testone che ho sempre avuto

INADEGUATA perchè non so bene cosa fare o se fare qualcosa; non considererei gesti estremi, ma una fuga si, un biglietto di sola andata verso una località affine a me, idonea a nascondersi, forse Buenos Aires dove ripararmi dai temporali che sento arrivare e dalla mia inadeguatezza

INADEGUATA perchè ho mille cose, mille impegni, e ne vorrei fare altrettanti, pur non sapendo se ci riesco o no; e allora sul mio pc ho aperto mille finestre, poi un’idea mi fa passare da una all’altra, ma poi un seconda idea mi fa aprire un’altra procedura e il tutto rimane li, a vagheggiare tra la mia testa, la rete e il desktop del mio pc.

INADEGUATA perchè non uso nemmeno il termine giusto, forse come detto sopra il termine più corretto è proprio “di merda”, ma nella mia inadeguatezza non ho avuto il coraggio di usarlo come titolo. Già, mi sento una mamma, una figlia, un medico, una moglie- e chi più ne ha più ne metta – di merda.

DI MERDA anche come blogger perchè è tanto che non scrivo un post su questo mio blog. Oggi almeno questo l’ho fatto.

Poi però mi guardo trasversalmento e tutto sommato vedo che le cose le faccio. Ho bisogno di scadenze, chiamate, agende, ripassi, ma alla fine però faccio.

I primi due esami del master sono riuscita a farli. I bimbi mi sembrano felici e ho il tempo per strofinare la mia pelle con la loro, e annuso quel odore bambinoso di capelli fini che è buono anche quando sono bagnati di sudore.

Riesco a far appassionare i miei figli agli animali, a portarli nei boschi, a catturare con loro le lucertole con trappole di mia invenzione super-efficienti, e anche a insegnargli a liberarle.

Riesco a scrivere a un amministratore di sostegno in difesa dell’autodeterminazione di un anziano ospite e a starci dietro affinchè il suo desiderio di vivere in una sua casa venga rispettato.

Riesco a bere mille caffè (alcuni normali e alcuni all’orzo) con mia mamma mentre mi faccio raccontare episodi di tempi andati, facendole ricordare cose che a volte la sua mente pensava di aver cancellato.

Spero di riuscire a dare un mio contributo per evitare che i gettonisti facciano solo da tappabuchi nella medicina d’urgenza, per creare delle equipe che ricreino dei gruppi coesi, professionali e preparati di medici dell’emergenze-urgenza, e magari anche molto umani con i pazienti e con i loro stessi colleghi; perchè questo è ciò che voglio anche io, lavorare con umanità e accoglienza, risposte e richieste cortesi, collaborazioni con gentilezza, professionalità ricca di valori.

Quindi insomma, nella mia più totale inadeguatezza non so neanche se effettivamente sono inadeguata o no. Guardo fuori e vedo una splendida giornata di sole. Due dei quattro bimbi dormo, uno è all’asilo, l’altra è a scuola. Potrei uscire a respirare l’aria primaverile, oppure studiare qualche lezione del master che sono un po’ indietro, oppure finire di rivedere il protocollo sulla sicurezza del farmaco che ho iniziato stamattina. Non so, nella mia inadeguatezza, quasi quasi mi bevo una Corono e ci penso.

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