Con qualche giorno di ritardo, stilo un elenco dei propositi lavorativi (e non) per il 2020:
ricordarmi che il tempo di colloquio è tempo di cura;
ottimizzare la scelta degli antibiotici;
provare il nuovo bar interno con la mia collega preferita (sede di riunioni lavorative);
fare meno ore extra e di conseguenza avere meno ore da recuperare (ne farò di più naturalmente);
ascoltare;
sorridere;
evitare troppo tempo e troppe parole inutili con chi non vuole ascoltare;
mettere a posto le carte e gli articoli sulla mia scrivania;
comprendere gli altri prima di provare a far comprendere me;
ecografare a manetta;
studiare;
scrivere, calcolare e fare statistiche;
riflettere bene prima di parlare, documentarmi, approfondire;
ricordarmi che la prima cosa è la centralità della persona, i suoi desideri, la sua volontà e la sua dignità;
provare il nuovo bar interno della struttura (ops, già scritto, scusate ma sono curiosa);
evitare esami inutili;
se trovo pazienti con 15 farmaci in cronico, iniziare a snellire la lista;
pazienza, pazienza e ancora pazienza;
non abbassare mai le antenne;
l’età non pregiudica il diritto ad aver le migliori cure possibili, piuttosto è da vedere se le migliori cure possibili sono veramente il meglio per quella singola persona;
stanza singola e degna, palliazione, rispetto per la persona e i suoi familiari nel fine vita;
evitare istituzionalizzazioni non necessarie;
ridere e sorridere;
aumentare le potenzialità del mio lavoro;
volare sopra chi vola basso;
libertà e coerenza di azioni e di pensiero;
rispondere a tono quando serve senza mai sfociare nella maleducazione;
non girarmi mai dall’altra parte;
cercare di riuscire a pranzare in modo più decente dei crackers che tengo nell’armadio;
proseguire questo blog con scritti nuovi e interessanti casi clinici.
Buon anno a tutti voi !
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