“Oddio, arrivano…sono là…brutti come la pece…come la morte…si stanno scagliando su di me….ahhhhhh….basta….. ho paura….morirò…devo fuggire. Cos’ho qua…degli ostacoli, devo scavalcare e fuggire…mi stanno per prendere..sono assassini !!! Assassini!!! Ma lo capite o no? Non c’è nessuno qua? Perché nessuno mi aiuta?!? Devo fuggire, fuggo. Mi hanno preso. Ho qualcosa qua al torace che mi lega. Devo scappare. Bastaaaaa…..aiutatemi!!! Lasciatemi andare!!! Non li vedete là!!! Sono appiccicosi come la pece e neri come la morte. E mi hanno preso…ho qualcosa legato intorno al petto..ma io scappo..io scavalco e scappo. Ecco, ha ceduto qualcosa, ora scavalco…ma mi hanno preso e mi stringono sempre più. Ho scavalcato ma non riesco a fuggire. Mi hanno preso. Vogliono uccidermi. Questa cosa stretta al torace mi stringe sempre più..i miei piedi penzolano e io non riesco a respirare. Il torace non si espande. Non arriva aria. Ma non c’è nessuno??? Non posso respirare….”.
Mi immagino ogni tanto da vecchia e demente. Nel letto. Farò un miscuglio di tutti i libri letti, e mi ritroverò un po’ come Don Chisciotte a scagliarmi contro i mulini a vento. Eppure lui era libero. Pazzo, visionario, ma anche libero di galoppare per la Mancha. Ora sarebbe legato a un letto. I suoi compaesani lo avrebbero legato al letto e gli avrebbero impedito di uscire di casa. Sarebbe stato lì, diventando moribondo a forza di guardare i suoi romanzi cavallereschi.
Se già sei spaventato, arrabbiato, confuso o terrorizzato, trovarti bloccato a letto legato, ti fa agitare ancora di più. Ogni tanto provo a immaginarmelo. Guardo il soffitto nella stessa posizione per ore. Non posso neanche ruotarmi sul fianco. Eppure io ho sempre dormito sul fianco, mano sotto il cuscino, gambe rannicchiate. Ora non posso. Ho una cintura che mi stringe la vita. Mi dimenerei, agitarei, urlerei fino a passare alla fase della rassegnazione, del rifiuto e della morte. Questa non è dignità. Questo non è rispetto.
Il Ministro Speranza quest’anno ha fatto uscire un documento con un impegno importante: abolire le contenzioni meccaniche nei luoghi di cura della salute mentale entro il 2023. E le Residenze per Anziani sono a tutti gli effetti luoghi in cui si cura la salute mentale: la demenza è infatti una delle cause più frequenti di inserimento di un anziano in casa di riposo, in quanto spesso è difficilmente gestibile a domicilio. Ma la difficoltà di gestione non può essere risolta con l’applicazione di mezzi di contenzione meccanica, impedendo cioè la mobilizzazione volontaria di una persona in cura. Vengono usati cinghie, polsini, fasce, cinture, bretelle, tavolini servitori… mi ricordano un po’ quei sistemi di tortura utilizzati secoli fa nelle caccia alle streghe … le streghe confessavano e i pazzi impazziscono.

Ma è lecita la contenzione? Certamente che non lo è. È una grave restrizione della libertà individuale, e come tale vietato dalla Carta Costituzionale. E di conseguenza andrebbe pure punito. Non si possono violare i limiti dettati dal rispetto della persona umana. E la contenzione li viola? Di gran lunga. E smettiamola di nasconderci dietro lo stato di necessità: questo può giustificare l’ora e l’adesso… non mesi o peggio ancora anni di cintura a letto.
Il comitato nazionale di Bioetica definisce la contenzione come una violazione dei diritti fondamentali della persona. Ed in effetti lo è: se quando applichiamo una contenzione, pensassimo sempre che stiamo calpestando la dignità di quella persona, violando i suoi diritti e potremmo essere soggetti pertanto a punizione, forse ci penseremmo non una, ma un milione di volta prima di inserirla o di metterla. La Corte di Cassazione nel 2018 ha stabilito che la contenzione non ha dignità di pratica terapeutica o diagnostica. E allora di cosa stiamo parlando? Non ha finalità curative, non migliora la salute dell’ospite. Anzi, tutto il contrario, la mette a rischio.
La contenzione meccanica può provocare la morte. Già. Gli effetti del posizionamento di cinture, cinghie e polsini può causare – come è descritto in letteratura- abrasione della cute, compressione dei nervi, ischemia acuta degli arti, ischemia degli organi, soffocamento, embolia polmonare, lesioni da decubito, fino alla morte. Quindi se trovo un ospite con cintura magnetica stretta al torace, morto senza un’altra possibile causa più probabile, forse è il caso di chiamare le Forze dell’Ordine. Chi gliel’ha prescritta? Chi gliel’ha messa? Era veramente uno stato di necessità?Ma, oltre a tutte queste possibili conseguenze fisiche, la contenzione determina spesso un “dolore mentale” con conseguente disagio, ansia, paura, odio, rivendicazioni per un trattamento ingiusto subito. Un dolore interno, psichico, che in un anziano con demenza, non può che peggiorargli il quadro cognitivo.
Quindi utilizzare le contenzioni meccaniche è quasi sempre illegale, illegittimo, anticostituzionale, non è un atto medico, non è diagnostico ne terapeutico. E dunque perché le utilizziamo? La scarsità del personale non può essere una giustificazione, perché anzi, le contenzioni – se utilizzate in modo corretto, adeguato e proporzionato- richiedono più personale per il monitoraggio, per il controllo e le verifiche del caso. Altrimenti va a finire che leghiamo al letto e giriamo la chiave, come purtroppo è successo con conseguenze drammatiche.
Gli studi ci dicono che il ricorso alla contenzione non è correlato alla gravità della demenza e dei disturbi comportamentali, ma all’organizzazione dei servizi, e all’atteggiamento degli operatori. Quindi si può migliorare, riorganizzandosi un po’ e sensibilizzando e formando gli operatori.
Da tutto questo, nascono le Raccomandazioni del Ministero della Salute atte al superamento dell’utilizzo delle contenzioni meccaniche entro il prossimo triennio (cioè entro il 2023); le principali – che si possono estendere anche alle Residenze per Anziani- sono le seguenti:
– Attivare percorsi di riconoscimento delle pratiche limitative delle libertà personali
– Assumere iniziative per conoscere e monitorare la contenzione
– Garantire le attività di formazione a tutte le operatrici e gli operatori
– Rispettare i diritti e la dignità delle persone
– Garantire la qualità dei luoghi di cura
– Promuovere il lavoro di equipe e il lavoro in rete
Il 2023 è alle porte… attiviamoci subito!
Sleghiamoli tutti !!!
“Ecco, sono andati via. Quei cavalieri neri, o bianchi, o a volte azzurri, se ne sono andati. Riesco di nuovo a respirare. La mia mano riesce di nuovo a grattarmi il naso. Forse avevo una mosca che mi mordicchiava. Ora i miei piedi toccano di nuovo il pavimento. Un brav’uomo in bianco mi sta accompagnando in corridoio. Sono aggrappata al suo braccio e passeggiamo per il corridoio a braccetto. Come facevo con mio marito quando facevamo le vasche per il centro città. Guardandolo bene, forse è mio marito. No no, non credo, è alquanto più brutto, ma almeno è gentile. Mi ha offerto della pastiglie, boh, chissà com’erano o cos’erano. Forse quelle buone caramelle all’orzo che non trovo più. Prima- quando quelli neri come la pece e scuri come la mortemi opprimevano il petto- sputavo tutto. Ora almeno assaggio. E aspetto con ansia il 2023”.
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